Le sopravvenienze passive sono costi che non vengono generati con la normale attività di impresa e che non sono sono ricorrenti: per questo rientrano nella categoria delle componenti straordinarie di reddito. Ma di cosa si tratta più precisamente? Vediamo qual è il significato di questo termine, quali sono le differenze tra sopravvenienza passiva e quella attiva e qual è il loro trattamento fiscale.
Cosa sono le sopravvenienze passive?
Le sopravvenienze passive sono quei nuovi costi e quelle nuove passività che si vanno ad aggiungere a quelli precedenti e che non derivano da operazioni di normale gestione dell’impresa. Per rendere più chiara questa definizione possiamo dire che vengono considerate sopravvenienze passive:
- i mancati conseguimenti di ricavi o di altri proventi che in passato hanno concorso alla formazione del reddito di esercizio;
- le spese o le perdite affrontate a fronte di ricavi o altri proventi che hanno concorso alla formazione del reddito di esercizio in precedenza;
- l’insussistenza sopravvenuta di attività già registrate in bilancio negli esercizi precedenti.
Per fare degli esempi pratici, rientrano tra le sopravvenienze passive gli accertamenti di debiti relativi ad anni precedenti, le correzioni di errori contabili fatti negli esercizi precedenti, il risarcimento a terzi per danni causati dall’attività e che non rientrano nella copertura dell’assicurazione.
Le sopravvenienze attive
Al contrario, le sopravvenienze attive possono essere definite come quelle componenti positive di reddito che derivano da costi sostenuti in passato e che vengono meno oppure da ricavi più alti rispetto a quelli stimati. Quindi sono sopravvenienze attive:
- i ricavi conseguiti a fronte di spese o perdite registrate nei bilanci precedenti;
- ricavi o altri proventi maggiori rispetto a quelli che hanno concorso alla determinazione del reddito degli esercizi precedenti;
- l’insussistenza sopravvenuta di oneri o spese registrati nei bilanci degli esercizi precedenti.
La deducibilità della sopravvenienza passiva
Una sopravvenienza passiva registrata in bilancio rappresenta una perdita, ma non sempre si tratta di una perdita secca. La legge infatti prevede molti casi in cui queste componenti negative di reddito possano essere deducibili fiscalmente, quindi portare a riduzione del reddito imponibile all’Ires (non cambia nulla per quanto riguarda l’Irap, visto che per questa imposta l’imponibile è dato dal valore della produzione già al netto delle componenti straordinarie).
Tuttavia è necessario precisare che le sopravvenienze passive dono deducibili solo se al momento della loro iscrizione come componente di costo non erano certe e non erano oggettivamente determinabili. Bisogna quindi dimostrare che la colpa della tardiva iscrizione a bilancio era imprevedibile oppure determinata da eventi che all’epoca non potevano essere conosciuti.