Le aziende farmaceutiche italiane rappresentano una fetta importante del panorama aziendale nostrano. Secondo i dati dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), nel 2021 le imprese del settore farmaceutico con sede in Italia hanno generato un fatturato complessivo di oltre 30 miliardi di euro, in crescita del 4,8% rispetto all’anno precedente. Un valore che colloca l’industria farmaceutica nazionale tra i principali settori industriali del Paese.
L’Italia vanta infatti una lunga tradizione in questo ambito e ospita grandi player mondiali come Chiesi, Menarini, Kedrion e Recordati. Soltanto queste quattro Aziende farmaceutiche italiane fatturano complessivamente oltre 8 miliardi di euro. A conferma della rilevanza strategica del comparto, la filiera dell’healthcare nel suo complesso dà lavoro in Italia a oltre 200.000 addetti e svolge un ruolo significativo anche sul piano dell’export, con un saldo commerciale attivo di oltre 5 miliardi di euro.
Fondamentale per la crescita e la competitività di queste realtà è la gestione efficiente di tutti gli aspetti amministrativi e fiscali connessi alla produzione e commercializzazione dei farmaci. Grazie a piattaforme digitali avanzate come FatturaPRO.click https://fatturapro.click/, le Aziende farmaceutiche italiane possono ottimizzare processi come l’emissione di fatture elettroniche, la ricezione degli ordini dalla PA e la conservazione a norma dei documenti commerciali, semplificando iter burocratici e abbattendo i costi. Un valido supporto alla competitività del settore.
Aziende farmaceutiche italiane: brevi profili sulle maggiori realtà del settore
Il settore dell’industria farmaceutica italiana, pur non essendo di dimensioni gigantesche rispetto ad altri contesti internazionali, vanta tuttavia realtà imprenditoriali di grande rilievo e rilevanza globale. Tra queste, alcune si sono affermate come vere e proprie multinazionali in grado di competere nei mercati di tutto il mondo.
Una delle aziende farmaceutiche italiane a più alta internazionalizzazione è certamente Recordati. Fondata a Milano nel 1926, opera oggi in più di 30 paesi con un portfolio prodotti che spazia dai farmaci da banco ai trattamenti per patologie cardiovascolari, urologiche e sistemiche. Con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro e una squadra di ricerca altamente specializzata, Recordati sviluppa e commercializza farmaci originali e generici frutto della propria ricerca o acquisiti da altre realtà tramite operazioni di licensing e merchandising.
Un’altra importante realtà del settore in Italia è Kedrion Biopharma, con sede principale a Castelvecchio Pascoli (LU). Fondata nel 1955 come azienda produttrice di prodotti plasmaderivati, oggi Kedrion opera in 100 paesi grazie a 5 stabilimenti di produzione e commercializza farmaci salvavita come emoderivati, prodotti per malattie rare e farmaci di nicchia contraddistinti da innovazione.
Roche Italia, pur non essendo un’azienda italiana a livello giuridico, rappresenta una delle principali realtà farmaceutiche nel nostro paese con i suoi siti produttivi e di ricerca. Il Gruppo svizzero, leader mondiale nella diagnostica e nei farmaci innovativi, ha nel nostro paese oltre 3500 dipendenti impegnati nello sviluppo e produzione di farmaci e diagnostici altamente innovativi.
Azienda farmaceutica italiana: dalla fatturazione elettronica alle agevolazioni sulle spese di R&S
Le aziende farmaceutiche italiane, come qualsiasi altro operatore economico, devono sottostare a tutti gli obblighi di natura fiscale e contabile previsti dalla normativa vigente. Uno degli adempimenti più importanti è certamente quello relativo all’emissione ed invio telematico della fatturazione elettronica verso altre imprese o la Pubblica Amministrazione. Questo processo, oltre a rendere più trasparenti i rapporti commerciali, garantisce al fisco un costante monitoraggio dei flussi finanziari ad esso connessi.
Per le aziende del settore (Aziende farmaceutiche italiane), tuttavia, la digitalizzazione dei processi fiscali non si esaurisce qui. Esse, infatti, possono usufruire di importanti agevolazioni concesse dallo Stato a sostegno della considerevole mole di attività tecniche di R&S che caratterizzano l’industria farmaceutica.
In particolare, grazie al cosiddetto “Patent Box”, le imprese possono beneficiare di un’aliquota IRES ridotta (dal 24% al 15%) sui redditi derivanti dalla valorizzazione dei beni immateriali come brevetti, marchi e disegni e modelli registrati. Inoltre, fino al 2030 è previsto un credito di imposta del 50% per le spese incrementali destinate proprio alla ricerca e sviluppo. Queste misure agevolative, introdotte per supportare l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica, rappresentano un importante vantaggio competitivo nel complesso contesto dell’industria farmaceutica.