Anche chi non ha alcuna esperienza sui mercati finanziari è consapevole del fatto che, per generare dei rendimenti soddisfacenti in questo settore con una certa costanza nel tempo, è essenziale definire una strategia operativa in base alle proprie caratteristiche da investitore e portarla avanti con rigore. La costruzione di un personale modus operandi consente infatti di mettere in relazione il profilo di rischio di un risparmiatore e il suo orizzonte temporale, con il fine di raggiungere dei target di rendimento congrui. Naturalmente le più popolari strategie di trading sono strutturate in modo da gestire la fase di compravendita di un asset tenendo conto della modalità attraverso cui un investitore intenda approcciare il mercato di riferimento.
Prima di procedere con una panoramica delle strategie di investimento più utilizzate dai professionisti del settore, occorre fare una distinzione tra coloro che, portando avanti una filosofia buy and hold, puntano a far crescere il proprio capitale, essendo disposti ad immobilizzare risorse anche per lunghi archi temporali, e coloro che cercano di speculare sui vari asset indipendentemente dalla tendenza dei prezzi e dal time frame di riferimento, servendosi di meccanismi come lo short selling e la leva finanziaria.
Il value investing per allocare il capitale nel lungo termine
Probabilmente la strategia più utilizzata per investire nel lungo periodo è la Value Investing, cavallo di battaglia del famoso Warren Buffett, ispirato a sua volta da colui che può essere considerato il mentore dell’oracolo di Omaha ovvero Benjamin Graham.
L’operatività, che trae spunto da questo stile d’investimento, si basa sull’analisi di aziende dai solidi fondamentali, che dopo un’attenta valutazione sono inserite in portafoglio e detenute fino a quando non hanno manifestato tutto il loro potenziale latente in termini di performance.
Trading speculativo: dallo scalping alla strategia trend trading
Se il Value Investing è implementato mettendo in essere posizioni rialziste con orizzonti temporali anche decennali, lo scalping può essere considerato l’approccio operativo completamente agli antipodi, in quanto rappresenta lo stile di trading con la più alta frequenza -tenendo conto del solo inserimento manuale- nella disposizione degli ordini di compravendita. L’obiettivo dello scalper coincide con la volontà di effettuare un altissimo numero di operazioni indipendentemente dalla tendenza della quotazione del sottostante, sfruttando piccole oscillazioni di prezzo: sostanzialmente la strategia prevede take profit e stop loss molto stretti e l’impiego della leva finanziaria o quantomeno di capitali abbastanza elevati per abbattere l’incidenza delle commissioni di negoziazione.
Il day trading è una strategia di breve periodo che somiglia molto allo scalping, come metodo di interazione con lo strumento finanziario oggetto di compravendita: non a caso l’investitore cerca di individuare opportunità sia sui trendi rialzisti sia sui trend ribassisti, con la sola differenza che l’arco di tempo in cui si conclude la transazione round-turn può variare da pochi minuti fino a sconfinare anche nell’overnight, sempre però con stop loss e take profit prefissati.
La strategia di trend trading si propone di individuare i punti di inversione di una tendenza con le varie metodologie di cui un operatore può disporre -ad esempio incrocio delle medie mobili o formazione di pattern su indicatori di direzione come il MACD-, per cercare di seguire per quanto sia possibile lo sviluppo del movimento. Anche in questo caso quindi il time frame di riferimento varie in base alle esigenze dell’esecutore della strategia.
Cogliere le opportunità del mercato con il Position Trading
A metà strada tra le strategie che sfruttano tutte le direzioni del mercato -e i vari time frame- e lo stile Value Investing si colloca l’approccio Position Trading.
Una modalità operativa che non ha un vero e proprio orizzonte temporale, in quanto, come si evince dal nome stesso, si entra in posizione con un chiaro obiettivo di performance, ignorando altri parametri, e si liquida l’immobilizzazione nel momento in cui vengono a mancare i presupposti in base ai quali è stato messo in piedi il trade.