Partita iva come aprirla nel 2018 e quanto costa

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Aprire una partita iva, diversamente da quanto si possa immaginare, è una pratica semplice e veloce poiché attende ben pochi adempimenti.
Sia che vogliate avviare una nuova impresa, un nuovo studio professionale o che siate artigiani, vi basterà recarvi all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate del Comune dove avrà sede legale la ditta entro trenta giorni dall’inizio della vostra attività per ricevere il vostro numero di partita iva dopo aver compilato e consegnato gli appositi moduli.
I moduli sono anche scaricabili dal sito dell’Agenzia delle Entrate e possono essere sia compilati (qualora possediate la firma digitale) che inviati direttamente online (grazie all’utilizzo dell’apposito software). La terza via è costituita dall’incaricare un consulente od un commercialista. Vediamo adesso come completare correttamente i moduli. Nel quadro A dovrete scegliere il riquadro contrassegnato con il numero uno ed indicare la data di apertura della vostra attività. In base al tipo di attività scegliete il codice Ateco corrispondente e completate il quadro B con il nome della ditta e l’indirizzo in cui avrà sede. Potrete inoltre scegliere a quale dei due regimi fiscali aderire:

  • regime forfettario (che prevede l’obbligo di non spendere più di cinque mila euro in collaboratori, di non guadagnare annualmente più di quanto stabilito dalla legge di Stabilità 2016 in base al proprio codice Ateco, di non superare i ventimila euro per l’ammortamento di beni strumentali). Si precisa che non sono ammessi al regime forfettario le partite IVA inerenti l’acquisto e la vendita di terreni, fabbricati e veicoli, oppure quelle che godano già di regimi IVA speciali o che siano titolarità di soggetti residenti all’estero che producano meno del settantacinque percento del loro reddito in Italia
  • regime ordinario, in sostanza tutti gli altri casi.

Vantaggi del Regime forfettario:

  • Esonero dall’obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili
  • Tassa unica con aliquota al quindici per cento (niente Irap nè Irpef)

Nel caso di attività di commercio elettronico è altresì necessario inserire il nome del sito internet nell’apposita casella. Nel quadro C vanno inseriti invece i dati anagrafici del titolare. I quadri D, E ed F sono dedicati, rispettivamente, ad eventuali rappresentanti, a operazioni straordinarie ed all’indicazione del luogo dove saranno conservate le scritture contabili. I quadri G, H, I invece indicheranno altre attività eventualmente esercitate dal titolare che siano soggette ad IVA ed altre informazioni tecniche sulla nuova attività.

L’opportunità di aprire una partita iva è dettata soprattutto dalla valutazione circa il giro d’affari che si pensa di poter generare. Questo dato è molto importante in considerazione del fatto che qualsiasi partita iva aperta, indipendentemente dal guadagno a fine anno, comporta il pagamento delle quote Inps che, per il 2018, prevedono un minimale:

  • per gli artigiani pari a 3.202,55 euro per i soggetti con età non superiore a ventuno anni e 3.668,99 euro per i titolari con età superiore a ventuno anni.
  • per i commercianti pari a 3.215,55 euro per i soggetti con età non superiore a ventuno anni e 3.682,99 euro per i titolari con età superiore a ventuno anni. A questa spesa obbligatoria si aggiunge il pagamento della quota d’iscrizione annuale alla Camera di Commercio (che varia in base alla città di appartenenza ed alla tipologia di attività svolta) e dell’Irpef sul reddito prodotto alla fine dell’anno. Per fare un esempio pratico, una partita iva ordinaria che incassi un profitto annuale, al netto di tutte le spese, di quindicimila euro vedrà praticamente dimezzato il proprio guadagno tra Inps (3.682,99 euro) ed Irpef (3.450,00 euro). Resta da segnalare che IVA ed Irpef prevedono due no tax area per i redditi imponibili inferiori, rispettivamente, a 5.000,00 euro e 8.140,00 euro, fatta salva la necessità di onorare comunque i contributi minimi Inps.

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