In Italia, ogni persona fisica ha un codice fiscale. Si tratta di una sequenza alfanumerica che serve proprio a identificare le persone fisiche e tutti quei soggetti che hanno rapporti con gli enti e le amministrazione pubbliche dello Stato. Quelli che identificano le persone fisiche son composti da 16 caratteri, lettere e numeri; quelli dei soggetti non persone fisiche hanno invece 11 cifre.
Quando viene attribuito e come
L’introduzione del codice fiscale risale al Decreto del Presidente della Repubblica n.605, del 29 settembre 1973. Con questo, infatti, si intendeva semplificare e rendere più efficiente l’amministrazione finanziaria. I codici fiscali, infatti, andavano a creare l’Anagrafe Tributaria, fortemente voluta da Bruno Visentini, Ministro delle Finanze dell’epoca. Il codice fiscale viene attribuito a ogni cittadino italiano e può essere dato anche agli stranieri: costituito da numeri e lettere, è materialmente composto da una tesserina plasticata con una banda magnetica, che riporta nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita, provincia di nascita e anno di emissione.
Alle persone fisiche, il codice fiscale viene attribuito alla nascita. Per le associazioni e gli enti, invece, al momento della costituzione delle stesse. Chi è iscritto al Registro delle Imprese, dal 6 dicembre 2000 ha un codice fiscale che coincide con il numero di iscrizione a tale Registro. Chi invece non è una persona fisica ma un soggetto contribuente dotato di partita Iva, come organizzazioni, società e imprese, è proprio la partita Iva a costituire codice fiscale.
Com’è costituito e come si calcola
Tutti gli aventi diritto possiedono una tessera magnetica che funge da codice fiscale in cui, come descritto sopra, sono presenti anche tutta una serie di altri dati identificativi. Se prima i cittadini italiani possedevano una tessera dedicata solo ed esclusivamente al codice fiscale, oggi invece questa è stata integrata e arricchita di altri servizi. Questa è infatti oggi utile per accedere in modo facilitato ai servizi pubblici o privati e funge inoltre da tessera sanitaria, nonché da carta nazionale dei servizi.
A descrivere le modalità di calcolo del codice fiscale è il decreto del Ministero delle Finanze del 29 dicembre 1976: “Sistemi di codificazione dei soggetti da iscrivere all’anagrafe tributaria”. Le persone fisiche hanno un codice fiscale di 16 valori alfanumerici: per nome e cognome vengono prese le consonanti, almeno tre (se non son sufficienti, si prendono le vocali, da riportare dopo le consonanti). Paolo Rossi, quindi, diventa RSSPLA: per il cognome si prendono le tre consonanti; per il nome, le due consonanti e successivamente la prima vocale.
Dopo le sei lettere, si scrivono le due ultime cifre dell’anno di nascita e successivamente la lettera dell’alfabeto corrispondente al mese di nascita: gennaio A, febbraio B, marzo C, aprile D, maggio E, giugno H, luglio L, agosto M, settembre P, ottobre R, novembre S e dicembre T.
Dopo l’anno e la lettera, quindi, per le donne si somma il proprio giorno di nascita alla cifra 40, mentre per gli uomini si scrive direttamente il giorno senza fare alcuna somma.
Successivamente, si scrive il codice del proprio comune di nascita, composto da una lettera e tre cifre numeriche e infine si chiude con un carattere di controllo, una lettera, data arbitrariamente al momento della nascita.
Se si vuole calcolare un codice fiscale, quindi, è sufficiente avere il nome e il cognome, il sesso, il luogo e il giorno di nascita e il gioco è fatto. Sul sito www.codicefiscaleonline.com si può quindi calcolare il proprio o quello di qualcuno.