I pensionati che portano avanti una piccola attività artigianale necessitano, naturalmente, dell’apertura di una partita IVA e possono usufruire di tre tipologie di regime: il regime contributivo speciale INPS, il regime forfettario dipendenti/pensionati ed il regime forfettario a gestione separata. In questo articolo comprenderemo, al meglio, tutte queste opzioni.
In cosa consiste il regime forfettario 2018
Il regime forfettario è un regime di vantaggio, che è stato avviato nel 2014, il quale riguarda le partite IVA sino ai 15000 euro lordi l’anno per quanto concerne i liberi professionisti ed i 40000 euro lordi, invece, per i commercianti. La legge di stabilità varata nel 2016 ha modificato il tetto e le nuove aliquote sono pari al 15 % senza alcun limite di età/permanenza, e del 10% per le start up. Un’altra novità è rappresentata dal fatto che, chi accede al regime agevolato contributivo INPS, può avere dei collaboratori a patto di non superare i 5000 euro lordi di spesa.
Regime forfettario contributivo speciale INPS
Questa tipologia di regime consente a dipendenti e/o pensionati iscritti alla gestione ivs commercianti ed artigiani, di usufruire della riduzione del 35% sulla contribuzione dovuta. Il tutto avviene online mediante l’invio all’INPS della domanda di riduzione contributi regime forfettario 2018, con tutte le condizioni del caso. Chi ha aperto un’attività nel corso del 2017 deve presentare domanda entro il 28 febbraio 2018, mentre chi ha iniziato l’anno 2018 con l’apertura di una nuova attività deve fornire una comunicazione immediata. Chi già fruisce, invece, della riduzione dei contributi non deve inviare alcuna domanda. Quanto ai versamenti dei contributi INPS vi sono delle scadenze da rispettare: 16 maggio, 16 agosto, 16 novembre e 16 febbraio 2018 mentre la parte dei contributi sul reddito che eccede il minimale verrà liquidato in sede di Modello Unico 2017. Se, inoltre, il reddito annuo è maggiore del reddito scaturito dall’attività commerciale non vi è la necessità di iscrizione alla gestione commercianti INPS, ne quella di versare altri contributi.
Regime forfettario dipendenti/pensionati
Dal 2016, per le categorie di contribuenti dei dipendenti e dei pensionati, la nuova manovra di legge ha stabilito un nuovo tetto relativo al reddito massimo necessario per accedere al regime forfettario. Questo nuovo tetto è stato fissato a 30000 euro, anche se comunque i contribuenti in questione devono essere in possesso di tutti gli altri requisiti necessari. Prima, invece, il reddito derivante dalla Partita IVA non doveva essere superiore ai 20000 euro. In questo modo è, sicuramente, più facile accedere al regime forfettario ed andare in contro alle esigenze di tantissimi piccoli imprenditori ed artigiani.
Regime forfettario dipendenti/pensionati gestione separata
Chi non è iscritto alla gestione ivs commercianti ed Artigiani e, pertanto, non può accedere al regime contributivo speciale INPS deve versare i contributi secondo quanto previsto dalla Gestione Separata INPS. Quest’ultima prevede aliquote differenti in relazione alla categoria di lavoratori: per i pensionati l’aliquota è del 24% mentre per i dipendenti privati, titolari di partita IVA che svolgono la propria attività come libero professionista, l’aliquota è pari al 24% e vi è l’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS. Vi sono infine la categoria dei professionisti che operano senza cassa, la cui aliquota è pari al 25,72%, e la categoria dei soggetti che non sono tutelati da altre forme pensionistiche la cui aliquota è pari al 32,72%. Colui che opera nel regime forfettario, inoltre, liquida i contributi dovuti a saldo ed in acconto, oltre a dover rispettare le medesime scadenze previste per l’imposta sul reddito ovvero il 30 giugno ed il 30 novembre.
Quanto conviene il regime forfettario
Conviene adottare il regime forfettario qualora si pensi di fatturare almeno 50000 euro l’anno, inoltre esso è esente da Iva e non comporta una ritenuta d’acconto. Il regime forfettario vanta una percentuale di tassazione Irpef più bassa: essa è, infatti, pari al 5% per i primi cinque anni per poi salire al 15 % entro il sesto anno. Senza considerare, inoltre, che il regime forfettario è esente dall’emissione della fattura, dall’invio della Dichiarazione dell’Iva( sia annuale che trimestrale) e dall’invio degli studi di settore.