Se volete aprire o già possedete una partita iva con regime dei minimi, dovrete sapere che è stata aumentata la soglia dei ricavi per entrare a far parte di questa categoria grazie al nuovo emendamento della Legge di Stabilità che va a modificare l’articolo 9 della legge del 2015. Inoltre per il 2018, il regime dei minimi è stato abolito definitivamente e sostituito con il regime forfettario. I due regimi fiscali sono differenti, ma presentano comunque una serie di analogie sull’esenzione da tasse e qualche novità per il regime forfettario riguardante i costi aziendali da scaricare.
Requisiti e caratteristiche
Quindi se precedentemente potevate accedere al regime fiscale dei minimi con ricavi al di sotto di 15000€, oggi questa soglia è raddoppiata e potrete far parte del suddetto regime fiscale se avrete dei ricavi minori di 30000€, se siete dei professionisti, mentre sotto i 50000€ se siete dei commercianti. Novità anche sul fronte “scadenza”, se prima potevate usufruire di questo regime fiscale per 5 anni o fino al raggiungimento del trentacinquesimo anno d’età, oggi sarà possibile far parte del regime forfettario senza nessun vincolo d’età e continuare con esso per tutto il tempo che volete. Con il regime dei minimi avevate un’imposta pari al 5% da applicare al reddito netto, per tutta la durata del regime. Il reddito netto si calcola sottraendo i costi aziendali al guadagno lordo.
Con il regime forfettario l’imposta è aumentata al 15% ma, per tutte le nuove start-up, l’imposta sarà ridotta a 2/3 per i primi 5 anni. Quindi se avete appena aperto la partita iva, per 5 anni pagarete solo il 5% di tasse mentre dal sesto anno in poi l’imposta aumenterà e diventerà il 15% del reddito netto.
Nuovo calcolo dei costi aziendali
Completamente rinnovato il calcolo dei costi aziendali che non terrà più conto delle spese effettivamente sostenute ma sarà una percentuale fissa da sottrarre al reddito lordo. Questa percentuale varia a seconda del tipo di attività. Non sarà più possibile scaricare le spese dato che la quota da versare sarà calcolata mediante l’uso della percentuale fissa di tassazione. E’ stata introdotta la possibilità di assumere lavoratori dipendenti con una retribuzione massima di 5000€ annuali. I costi per beni strumentali e quindi le spese per tutti gli oggetti e accessori che vi servono per lavorare non devono superare i 15000€ altrimenti sarete costretti a cambiare regime fiscale.
Le tasse e le esenzioni
Come per il regime fiscale dei minimi, anche il regime forfettario si conferma il più vantaggioso dal punto di vista economico, e presenta alcune esenzioni da tasse. Prima su tutte l’esenzione dall’iva, sarete quindi esonerati dalle dichiarazioni iva trimestrali e annuali anche se dovrete obbligatoriamente specificare su ogni fattura l’esenzione dall’iva della vostra attività. La fattura dovrà riportare la dicitura seguente : operazione fuori campo IVA ai sensi dell’art. 1, commi 54-89, L. 23/12/2014, n. 190. Sarete esenti anche dall’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive in quanto sarete privi di qualsiasi apparato produttivo. Continuiamo con l’esenzione dalla ritenuta d’acconto sulle prestazioni effettuate, in quanto siete già tenuti a versare l’imposta sostitutiva.
Senza l’applicazione della ritenuta d’acconto sulle vostre fatture, potrete incassare il totale della fattura senza versare alcuna tassa.
Possibile rilasciare una dichiarazione separata al cliente dove sarà esplicitamente indicato di non aver applicato la ritenuta d’acconto. Sarete esenti anche dalla registrazione delle fatture, ma sarete comunque tenuti a emetterla, a numerarla e a conservarla. Ovviamente le fatture vi serviranno per calcolare e dichiarare i vostri redditi e, anche se non siete obbligati alla registrazione, dovrete sempre avere tutte le fatture delle prestazioni svolte. Se così non fosse, sarete soggetti a multe o altri provvedimenti fiscali.