Bisogna intanto chiarire che l’Inpdap, cioè l’Istituto di Previdenza e assistenza per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, è stato soppresso nel 2012 e incorporato nell’attuale INPS. A seguito di questa riforma, voluta e attuata dal governo Monti, si parla quindi, attualmente, di gestione ex- Inpdap dell’INPS che ha rilevato tutte le funzioni del vecchio istituto.
Per quanto riguarda le Forze Armate e le Forze dell’Ordine, sussiste naturalmente invariata, la possibilità di ottenere forme di credito, indifferentemente sotto forma di prestito o di finanziamento. Esistono due possibilità per accedervi: attraverso il Fondo Credito dell’Inps stesso o attraverso convenzioni che vengono stipulate con società finanziarie o istituti bancari. L’accesso inoltre è permesso ai pensionati e ai dipendenti pubblici che siano iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali e che abbiano quindi versato un contributo pari allo 0,35% commisurato alla retribuzione pensionabile e contributiva.
Gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri hanno la possibilità di beneficiare di tre tipi diversi di prestito personale. Il cosiddetto piccolo prestito, quello pluriennale diretto e infine quello pluriennale garantito. Analizziamo, in sintesi, cosa fare per ottenerli e quali sono le caratteristiche. Nel caso del piccolo prestito, che ha durata breve ed è personale, quindi utilizzabile per qualsiasi tipo di spesa, la domanda può essere presentata solo online se fatta da un pensionato e all’Amministrazione competente per chi sia ancora in servizio. Il prestito funziona con la cessione del quinto della pensione e dello stipendio. La durata può essere di 1, 2, 3 o 4 anni. Le rate vengono poi rimborsate automaticamente con la trattenuta sulla pensione o in busta paga. Il tasso di interesse che viene praticato è del 4,25% a cui occorre aggiungere le spese di amministrazione dello 0,50% oltre al costo del premio del Fondo rischi. L’ammontare del prestito è in funzione della sua durata. Se si vuole un prestito annuale, bisogna calcolare uno stipendio o una pensione netti. Per un prestito biennale, due. Per uno triennale tre e per uno di quattro anni quattro stipendi o pensioni mensili netti.
Per quanto riguarda invece il prestito pluriennale diretto, va detto che si tratta di un prestito che deve avere una finalità, deve cioè essere richiesto per poter acquistare un servizio o bene preciso. Anche in questo caso è prevista la cessione del quinto con la trattenuta in busta paga o sulla pensione. Per chi sia ancora in servizio, occorre aver maturato un’anzianità minima lavorativa e contributiva, nella Gestione unitaria, di 4 anni. É necessario inoltre essere dipendenti a tempo indeterminato. Nel caso del lavoratore a tempo determinato, è richiesta invece un’anzianità lavorativa di almeno 3 anni ma, a garanzia del prestito, viene richiesta la cessione del TFR. La durata del prestito può essere di 5 o 10 anni e il tasso di interesse è del 3,5% con l’aggiunta dello 0,50% per spese amministrative e del premio Fondo rischi. La richiesta può essere presentata solo online.
Da ultimo esiste il prestito pluriennale garantito che è quello che prevede prestiti da istituti bancari o società finanziarie convenzionati. In questo caso, a farsi garante per eventuale morte, fine dell’attività lavorativa o riduzione dello stipendio è proprio l’INPS. La modalità prevista è sempre quella della cessione del quinto dello stipendio con le trattenute in busta paga. Il beneficiario, in questo caso, può essere solo il dipendente delle Forze Armate o delle Forze dell’ordine che sia ancora attivo, regolarmente iscritto alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali e deve avere versato almeno 4 anni di contributi, solo 2 nel caso si tratti di militari decorati o invalidi. Il prestito può durare 5 o 10 anni e i tassi di interesse dipendono da quelli praticati di volta in volta dagli istituti di credito o società finanziarie convenzionati con l’INPS. Vanno come al solito aggiunte le spese amministrative e un premio per il rischio di insolvenza che è dell’1,5% per i prestiti quinquennali e del 3% per quelli decennali. In questo caso la richiesta va fatta all’Amministrazione competente.