Dopo un anno dal loro debutto (Legge di Bilancio 2017), i PIR o Piani Individuali di Risparmio consentono ai risparmiatori di beneficiare di interessanti agevolazioni fiscali sotto forma di detassazione delle plusvalenze. Questi interessanti prodotti di gestione del risparmio sono destinati agli investitori retail e rappresentano uno stimolo rilevante per rilanciare l’economia domestica dell’Italia. Vediamo in questa guida che cosa sono i PIR, quali sono le loro caratteristiche e quali sono i vantaggi.
PIR: cosa sono?
Grazie ai PIR (Piani Individuali di Risparmio) le PMI italiane possono reperire risorse finanziarie attraverso un canale alternativo a quello bancario. Sono uno strumento di investimento di medio e lungo periodo che veicola risorse e risparmi dai piccoli investitori al tessuto imprenditoriale italiano, il quale apporta benefici ed esternalità positive alla società, all\’occupazione, al territorio, all\’ambiente, al progresso e alla qualità della vita. I PIR sono una sorta di “contenitore fiscale” all’interno del quale ogni investitore ha la possibilità di collocare varie tipologie di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, contratti derivati, quote di OICR). Da chi sono proposti i PIR? I Piani Individuali di Risparmio sono gestiti da società di gestione del risparmio (SGR) ma possono essere anche di natura assicurativa: sono riservati solo alle persone fisiche e non da quelle giuridiche. Accanto alla possibilità di acquistare un prodotto già “confezionato” da una società di gestione del risparmio, è data la possibilità da parte della normativa di aprirsi un conto PIR direttamente presso un proprio conto deposito titoli.
Piani Individuali di Risparmio: su cosa investono?
Una volta che le risorse finanziarie sono state raccolte, esse possono essere investite in diversi strumenti finanziari, come titoli azionari, obbligazioni, conti correnti bancari e quote di fondi di investimento. La normativa prevede il rispetto di un \”vincolo di diversificazione\”:
- il 70% di quanto investito deve essere destinato a strumenti finanziari emessi da imprese italiane ed europee che abbiano una stabile organizzazione in Italia. Il 30% di questa percentuale (70%) deve essere destinato alle imprese italiane o europee stabilite in Italia e deve essere investito in strumenti emessi da imprese diverse rispetto a quelle incluse nel FTSE Mib.
- il restante 30% può essere destinato ad altri strumenti finanziari, anche ai conti correnti o ai conti deposito.
PIR: Quali sono i benefici fiscali?
L’agevolazione fiscale consiste nel beneficiare fiscalmente della detassazione degli utili: le persone fisiche che mantengono per almeno 5 anni i soldi in PIR non devono pagare le imposte su capital gain e rendimenti. Chi li riscatta prima dovrà pagare il 26% sulle rendite finanziarie maturate fino a quel momento, per questo si tratta di uno strumento di gestione del risparmio da sottoscrivere nel caso in cui l’obiettivo dell’investimento sia di medio-lungo termine. I PIR NON sono soggetti all\’imposta su successioni e donazioni.