La figura dellʼinfermiere specializzato può svolgere la sua attività sia in strutture sanitarie private sia in strutture pubbliche, a livello fiscale può essere un libero professionista con Partita IVA oppure un professionista dipendente. Lʼapertura della partita IVA è una pratica che spesso spaventa i professionisti principianti, ma per un infermiere è un atto gratuito grazie ai nuovi regimi fiscali e alle agevolazioni economiche. L’unico obbligo è quello di aprire la Partita IVA entro trenta giorni dallʼinizio effettivo dellʼattività.
Per poter aprire la propria Partita IVA bisogna redigere lʼapposito modello dalla piattaforma ufficiale dellʼAgenzia delle Entrare e compilare debitamente tutti i dati richiesti. Allʼinterno del modulo sarà necessario indicare anche la scelta del regime fiscale, dunque è bene informarsi in anticipo sulle possibilità di scelta.
Quale regime fiscale scegliere per avere dei vantaggi fiscali e pagare meno tasse
Lʼinfermiere professionista ha la possibilità di scegliere tra due Regimi Fiscali differenti, che andranno a influire sulla tassazione annua e sul conteggio dei redditi effettivi.
- Il primo è il regime forfettario, modificato nel 2017, che normalmente viene indicato come quello più adatto per lʼattività dellʼinfermiere poiché garantisce diversi vantaggi. Per poter scegliere questo tipo di regime i redditi dal lavoro fatturati non devono essere superiori a 30.000 euro annui e non si deve aver comprato beni strumentali di un valore superiore ai 20.000 euro durante lʼanno precedente. La nuova Legge di Stabilità prevede lʼapplicazione di unʼaliquota pari al 15% nel settore sanitario se si sceglie questo tipo di regime fiscale. In ogni caso con il regime forfettario si ha la possibilità di superare per due volte in cinque anni il limite del reddito imposto, pagando però unʼimposta aggiuntiva con unʼaliquota del 27% senza dover per questo motivo uscire dal sistema. Questo tipo di regime fiscale consente di pagare tasse più basse con le percentuali inferiori rispetto a tutti gli altri regimi fiscali. Secondo punto a favore di questo regime è lʼesenzione dellʼIVA nel momento di emissione della fattura. Inoltre non sono previste le ritenute dʼacconto ed è esente anche dallʼIRAP, una tassa regionale sulle attività produttive che normalmente incide con un 3,9% sulle tasse da pagare.
- Lʼaltro regime è quello ordinario, detto anche semplificato, da scegliere nel caso si abbiano dei redditi superiori ai 30.000 e se si dovessero assumere dei dipendenti o collaboratori con uno stipendio superiore a 5.000 euro allʼanno. Questo rappresenta sicuramente un regime fiscale più complesso in quanto è richiesta la regolare tenuta della contabilità e sarà necessario includere lʼIVA nelle fatture emesse. In confronto al Regime Forfettario il reddito viene calcolato in base alla differenza tra ricavi reali e i costi deducibili sostenuti durante lʼanno per lʼattività. Il regime ordinario non ha agevolazioni particolari e le tasse vengono calcolate in base alle normali aliquote IRPEF, con la deduzione dei costi sostenuti.
Per la scelta del regime fiscale sono da considerare, oltre a ciò che abbiamo elencato sopra, anche le spese che si intendono sostenere durante lʼanno, poiché nel regime ordinario queste possono essere detratte, mentre nel sistema forfettario non è contemplata questa possibilità. Qualora si abbiano dei dubbi è sempre meglio ricorrere alla consulenza di un commercialista che possa professionalmente dare dei consigli in base alle singole situazioni fiscali ed economiche di ciascun cliente. Affidarsi alle competenze di un commercialista significa avere anche una sicurezza nella gestione della contabilità con un costo medio di 1000 euro all’anno.