La PFN, acronimo che intende Posizione Netta Finanziaria, è uno degli indicatori più importanti in circolazione per misurare la performance e la solvibilità di un’attività, piccola o grande che sia. Attraverso l’impiego di tale strumento, si può quindi valutare rapidamente la capacità di restituzione del debito da parte di un’impresa. Ciò è immediatamente riscontrabile poiché il debito viene rapportato al fatturato. Mentre, per definire la solidità di un contesto aziendale, occorre fare un rapporto tra il debito e il patrimonio netto disponibile. Raffronti tanto utili quanto necessari in grado di inquadrare le reali prospettiva di crescita di una specifica realtà economica.
Perché è importante la PFN?
Esaminando i dettagli della PFN, si può affermare che i predetti rapporti equivalgono alla differenza tra il totale dei debiti finanziari e le attività liquide – titoli negoziabili, crediti finanziari, cassa e molto altro ancora. Perciò, il debito in oggetto, al netto di quelle voci ampiamente rimborsabili, stabilisce una cartina tornasole dell’ammontare delle passività per le quali non sono previste delle coperture repentine. Ciò significa che, per gestire un’azienda in modo razionale e produttivo, vanno fatti degli investimenti mirati e che rispettino gli obiettivi principali della propria attività. Correre rischi avventati in modo istintuale può complicare le cose ed innescare una parabola discendente estremamente pericolosa.
Quindi, la PFN permette di analizzare lo stato di salute di un’azienda mettendo in luce l’indebitamento finanziario complessivo. Un indicatore strategico che è stato introdotto persino nei principi contabili nazionali. Dopo una serie di abrogazioni e di emendamenti, si è stabilito che la Posizione Netta Finanziaria debba essere evidenziata in una nota integrativa a partire dall’esercizio anteriore a quello di ristrutturazione. Un riferimento prezioso per salvaguardare l’andamento complessivo del sistema economico nazionale. E che, nel contempo, pregiudica l’insorgere di situazioni ulteriormente spiacevoli in grado di dilapidare risorse materiali ed umane in men che non si dica.
Quali elementi servono per calcolare la PFN?
Per un calcolo affidabile della PFN, bisogna prendere in considerazione determinati elementi. A cominciare dal leasing finanziario, una prassi che interessa molte aziende e che, nel computo del PFN, va tenuta in considerazione accertando il debito residuo reale che si ha nei confronti della società di leasing. Un’altra voce di cui tener conto è il trattamento di fine rapporto. Sebbene ci siano posizioni divergenti in tal senso tra chi sostiene che debba essere inclusa nel calcolo della PFN, poiché si tratta di una forma di autofinanziamento dell’impresa, e chi no, la voce del TFR non va sottovalutata ed inserita nel processo di definizione della perfomance societaria.
Per quanto riguarda i debiti commerciali scaduti, si ha a che fare con una vera e propria passività operativa. Perciò, quando scadono tali debiti, vanno valutati con criterio poiché la loro natura muta assumendo quei contorni finanziari che servono per la determinazione del PFN. Infine, le anticipazioni dei redditi a salvo buon fine vanno rettificate tenendo conto delle passività finanziarie emerse nell’estinzione di un credito ed includendo persino quelle che non figurano nei conti contabili. Ciò che non va considerata è la liquidità che emerge a fronte dell’estinzione del debito. In questo modo, si potrà delineare un quadro netto e preciso capace di distinguere un’azienda solvibile da una poco affidabile.