L’ordinamento giuridico italiano è composto da leggi e dettami normativi che regolano la vita dei singoli individui e delle società economiche. Uno di questi riguarda la prescrizione, ossia l’estinzione dei diritti quando il titolare degli stessi non li esercita entro il termine stabilito dalla legge. Uno strumento a dir poco trasversale, poiché va considerata anche la natura di un credito emerso per qualsivoglia circostanza. Il credito, per sua definizione, abbraccia gli innumerevoli ambiti che caratterizzano la società odierna, dalla previdenza alle prestazioni di lavoro passando per i trasporti e i sinistri stradali. Insomma, un novero di parametri che vanno approfonditi come si deve.
Come funzionano i termini di prescrizione del credito?
La prescrizione di un credito segue tempistiche che si distinguono a seconda della natura del credito stesso. A meno che la legge non disponga diversamente, i tempi standard sono fissati sui dieci anni. Decorso questo termine, il creditore non potrà più avanzare una pretesa economica nei confronti del relativo debitore. Tuttavia, ci sono alcune circostanze che consentono al creditore di interrompere la prescrizione mediante l’invio, al debitore, di una lettera, di una messa in mora, di una diffida o di un precetto. Stesso discorso per l’avvio di un’azione giudiziale, la quale rimodula tempistiche e step procedurali seguendo gli iter previsti dalla legge.
Ad ogni modo, volendo fare delle ulteriori distinzioni per inquadrare al meglio la prescrizione del credito, bisogna esaminare alcuni tipi di posizioni creditorie che instaurano una specifica scadenza. I crediti previdenziali, ad esempio, hanno una prescrizione di cinque anni. Una deadline che interessa anche i seguenti aspetti: le somme legate alla locazione di un immobile; le somme pattuite per un risarcimento danni; gli importi derivanti dalla conclusione di un rapporto di lavoro; le bollette delle utenze domestiche come gas, luce e acqua; il capitale nominale dei titoli di Stato; le annualità delle pensioni alimentari.
Quali sono gli altri termini da conoscere per la prescrizione del credito?
I diritti dei prestatori di lavoro e le retribuzioni per un’attività lavorativa superiore a un mese hanno un termine di prescrizione pari a tre anni. Mentre i crediti che emergono a seguito di un sinistro stradale, o che derivano da determinati contratti di assicurazione, vantano una scadenza di due anni. Ovviamente, va precisato che qualora l’incidente stradale abbia provocato delle lesioni personali, la prescrizione si adegua a quella del reato in tal senso o dell’omicidio. Un appunto fondamentale per ottimizzare le tempistiche e le eventuali procedure chiamate in causa.
Per quanto riguarda, invece, i compensi legati alle spedizioni, i crediti del mediatore per la provvigione, le rette scolastiche e il pagamento delle rate dei premi assicurativi, la prescrizione del credito diventa operativa dopo un anno. Mentre le fatture e le ricevute riguardanti le prestazioni alberghiere – per servizi con alloggio con o senza pensione – la prescrizione si attiva dopo sei mesi. Quindi, appare evidente che ci si siano innumerevoli casistiche da considerare per evitare di incappare in situazioni a dir poco spiacevoli. E che con la giusta cautela, possono riequilibrare dinamiche di qualunque tipo.