Il mondo del lavoro negli ultimi decenni è cambiato a velocità impressionante, seguendo ritmi produttivi sempre più alti. Per questo motivo non sorprende che anche la creazione e lo sviluppo stessi delle aziende abbiamo mutato la loro forma. In un contesto che richiede una sempre maggiore inventiva, rapidità e fruibilità, hanno trovato il loro spazio le cosiddette start up. Ma quale, per l’espressione start up significato? Nelle prossime righe cercheremo di fare chiarezza su cosa sono le start up e cosa le rende così popolari.
Start up significato e definizione
Come abbiamo già accennato, non si può negare che le start up (significato letterale “avvio, lancio”, ma anche “mettersi in moto, partire”) siano il frutto più evidente dei tempi che cambiano, sia e soprattutto in ambito aziendale. Ma cosa sono le start up e come si definiscono?
In primo luogo deve essere evidenziato come questo tipo di imprese si configurino all’interno della vera e propria startup economy o new economy. Ovvero, un tipo di economia caratterizzata proprio dalla presenza di nuove imprese, o imprese emergenti, costituite anche in forma temporanea.
Per start up si intendono infatti tutte quelle imprese emergenti, di solito di piccole dimensioni al momento dell’avvio, che si lanciano sul mercato grazie a una particolare tecnologia o idea innovativa. Infatti, nella maggior parte dei casi si tratta di imprese che puntano o che operano nel campo delle nuove tecnologie.
Ricordiamo che per nuove tecnologie si intendono non solo quelle digitali e quindi l’informatica, ma anche la biotecnologia, la nanotecnologia, la robotica (e quindi lo sviluppo dell’A.I., ovvero dell’intelligenza artificiale) della scienza cognitiva e così via.
Tornando alle start up significato vero e proprio in ambito finanziario ed economico è in primo luogo quello dell’avviamento, ovvero della fase iniziale dell’attività o dell’impresa nascente. Un’impresa appena costituita che si quota in borsa si può quindi definire una startup.
Caratteristiche tecniche
Riassumendo, dal punto di vista tecnico le start up sono quindi generalmente imprese giovani, perlopiù nate, gestite e portate avanti da giovani imprenditori, che si apprestano a entrare nel mercato. La maggior parte delle startup, proprio perché si trovano in una fase iniziale del loro sviluppo, corrono rischi maggiori rispetto a quelle più affermate.
Tale rischio però diventa un incentivo se si considera che può determinare dei margini di guadagno ben maggiori rispetto a quelli di perdita. Se infatti la start up dovesse avere successo, l’investimento iniziale, ovvero le risorse impiegate fino a quel momento, sarebbero ampiamente ripagate dall’interesse degli investitori. Investitori che, ben consci dell’importanza e della posizione delle start up sul mercato attuale, si focalizzano nel private equity prima che queste entrino a pieno titolo in Borsa. Tra l’altro, è proprio attrarre gli investitori il principale scopo delle start up che, presentando un progetto che può generare una buona richiesta di mercato, puntano ad attrarre investitori per mantenersi attive nel lungo termine.
Storia della definizione di startup
In un primo momento il termine start up non era utilizzato in ambito economico. Si riferiva, infatti, esclusivamente al momento in cui si accende un dispositivo elettronico, come per esempio un computer. Alcuni ricorderanno, per citare un’immagine iconica, i vecchi personal computer che dovevano essere accesi mediante l’utilizzo di una vera e propria chiave.
In questo senso, per start up il significato era proprio quello di avviare, far partire. Le prime attestazione dell’utilizzo del termine startup in ambito economico possono essere fatte risalire all’avvento vero e proprio di internet, tra gli anni ’90 e gli anni 2000. Quando, in altre parole, nacquero le prime imprese specializzate nel settore internet o delle tecnologie dell’informazione.
Nel linguaggio della Borsa per startup si iniziò a considerare quindi un’impresa matricola, giovane, che si affaccia al mercato con un’idea innovativa.