Che cosa è la NASpI, prestazione dedicata a chi ha perso il lavoro in modo involontario? E come si applica nei casi in cui il lavoratore sia un lavoratore autonomo a partita IVA? Nelle prossime righe troverete una breve panoramica e le risposte a queste domande circa NASpI e lavoro autonomo.
Che cos’è la NASpI?
Prima di approfondire la relazione tra NASpI e lavoro autonomo, vale la pena soffermarsi su questa prestazione in senso più ampio. L’acronimo NASpI sta infatti per Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, ovvero una indennità mensile di disoccupazione, istituita con il decreto legislativo del 4 marzo 2015 n. 22. Questa prestazione è andata a sostituire le precedenti (ASpI e MiniASpI) ed è entrata in vigore dal 1° maggio del 2015.
La NASpI è erogata ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione ed è erogata su richiesta, tramite apposita domanda. La decorrenza della NASpI parte dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro (o periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o preavviso). Ciò a patto che domanda sia presentata entro tale giorno.
Altrimenti, se presentata dopo l’ottavo giorno successivo alla cessazione, ma comunque entro i termini di legge, viene erogata a partire dal giorno successivo alla presentazione della domanda.
Nel caso di licenziamento per giusta causa, dal giorno successivo se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno.
Questo trattamento è corrisposto su base mensile. La durata della NASpI è pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni (disoccupazione esclusa), con un minimo di 13 settimane di contribuzione. Per quanto riguarda gli importi, questi sono pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, salvo casi eccezionali. Le somme sono accreditate mensilmente su conto corrente bancario o postale, su libretto postale o tramite bonifico presso ufficio postale competente.
La domanda per ottenere la NASpI deve essere inoltrata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Le modalità sono in via telematica tramite sito INPS oppure tramite Contact center INPS o enti di patronato e intermediari INPS.
NASpI e lavoro autonomo: cosa fare
Qual è il rapporto tra NASpI e lavoro autonomo e cosa fare nel caso in cui si svolga lavoro autonomo? È possibile comunque percepire l’indennità di cui alla NASpI? Per i lavoratori autonomi o con partita IVA questo è un argomento di primaria importanza, in quanto non essendo lavoratori dipendenti l’erogazione della NASpI può suscitare delle perplessità.
In realtà, i lavoratori autonomi con partita IVA che si trovano in una situazione di disoccupazione, l’elemento cui fare riferimento è il reddito. Per i lavoratori autonomi, infatti, la prestazione della Naspi può essere erogata nel caso in cui i guadagni dichiarati nell’anno rientrino nel limite dei 4800 euro.
Per ottenere la NASpI, il lavoratore autonomo deve infatti comunicare all’INPS il reddito presunto per l’anno in corso. In base a questo dato, successivamente l’INPS calcola l’importo di cui alla prestazione richiesta. La Naspi spettante subisce quindi una riduzione dell’80% rispetto al reddito derivante da lavoro autonomo.
In altre parole, il reddito percepito a titolo di NASpI per i lavoratori autonomi è pari al 20% del reddito che si presume si sarebbe percepito, ovvero del reddito presunto da lavoro autonomo. Per far riferimento a un esempio pratico, se un lavoratore ha un reddito da lavoro autonomo pari a 4 mila euro e deve percepire una Naspi pari a 10 mila euro, dai 10 mila euro spettanti viene sottratto l’80% del reddito presunto, pari ovvero a 3200 euro. Di conseguenza, la NASpI subisce una riduzione da 10 mila euro a 6800 euro.
Infine, per quanto riguarda i lavoratori iscritti alla Gestione Separata e contestualmente a un Albo o Cassa professionale, hanno altresì diritto alla NASpI. L’iscrizione a un Albo professionale, in assenza di attività e di reddito, non impedisce infatti il percepimento di questa prestazione. È però fondamentale indicare, nell’apposito campo della domanda di NASpI, alla voce “reddito da lavoro autonomo previsto”, un valore pari a zero.