Il Modello Unico (dal 2017 rinominato in Modello Redditi Persone Fisiche) è lo strumento attraverso il quale si può compilare la dichiarazione dei redditi per persone fisiche. Ogni anno deve essere presentato entro un termine prestabilito che varia di anno in anno, ma in alcuni casi possono intervenire delle proroghe. Ne è un esempio quanto avvenuto nel caso della proroga versamenti unico 2019. Vediamo di che cosa si trattava e chi ne poteva usufruire.
Modello Unico: cos’è?
Il Modello Unico Persone fisiche è, come già accennato in apertura, un modello tramite il quale i contribuenti, ovvero le persone fisiche, possono presentare la loro dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate. La sua presentazione è prevista per un termine che viene stabilito di anno in anno e deve avvenire tramite procedura telematica.
Dal momento che è stata eliminata la parte relativa all’IVA, a partire dal 2017 l’ex Modello Unico ha preso la denominazione di Modello Redditi Persone Fisiche. Dal 2017, infatti, l’IVA deve essere presentata in modo separato.
In ogni caso, il Modello Redditi Persone Fisiche deve essere presentato entro la scadenza che, come detto, varia di anno in anno. Per questo motivo deve essere consultato il sito dell’Agenzia delle Entrate. La presentazione del Modello Redditi è poi obbligatoriamente per via telematica, tramite:
- servizi telematici Fisconline ed Entratel dell’Agenzia delle Entrate
- un intermediario abilitato (commercialista o CAF)
- compilazione allo sportello dell’Agenzia delle Entrate
Proroga versamenti unico 2019: quali i beneficiari?
Nel corso dell’anno 2019, il termine entro il quale doveva essere corrisposto il versamento del Modello Redditi Persone Fisiche era quello del 18 novembre. La scadenza, però, è stata poi prorogata e ha dato la possibilità di rateizzare il saldo, l’acconto del saldo e l’acconto delle imposte sui redditi.
Si trattava, quindi, di una misura predisposta per chi pagava quanto dovuto a rate. Questa categoria aveva già potuto beneficiare di una ulteriore proroga, come da risoluzione n. 71 del 1° agosto del 2019 dell’Agenzia delle Entrate.
Il provvedimento è stato annunciato attraverso il comunicato stampa diramato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 14 ottobre dello stesso anno. La proroga, in ogni caso, è stata pensata esclusivamente per i soggetti ai quali si applicano gli indici sintetici di affidabilità (ISA).
Si trattava, quindi, di quegli esercenti di impresa, arti o professioni soggetti a questo indice, il quale nasce per far emergere le basi imponibili affinché sia favorito l’assolvimento degli obblighi tributari entro le scadenze fiscali.
Tra questi sono quindi compresi anche i soggetti ai quali si applica il regime forfettario, il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, ai lavoratori in mobilità e per tutti i soggetti il cui reddito proviene da altri tipi di criteri forfetari.
Proroga versamenti unico 2019: calendario delle proroghe
In conclusione, prima dell’intervento della proroga versamenti unico 2019, per i contribuenti in possesso di partita IVA che presentarono la dichiarazione dei redditi relativa a IRPEF, IRES, IRAP da versare, erano soggetti alle seguenti scadenze:
- 30 settembre per la prima rata
- 16 ottobre per la seconda rata
- 18 novembre per la terza rata
Successivamente, grazie alla proroga versamenti unico 2019 avvenuta tramite il sopra citato comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate, le scadenze sono slittate rispettivamente al:
- 30 ottobre per la prima rata
- 18 novembre per la seconda rata
Per i non titolari di partita IVA, invece, si aveva come scadenza della terza rata inizialmente la data del 2 dicembre, non interessata dalla proroga versamenti unico 2019.
In ogni caso, il pagamento delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi poteva essere ulteriormente differito. Il termine massimo e ultimo per questo differimento era pari a 30 giorni dalla scadenza. Se si fosse realizzata questa situazione, però, il pagamento delle imposte derivante alla dichiarazione dei redditi versato con proroga versamenti unico 2019 sarebbe stata maggiorata dello 0,40%.