In campo scolastico, si definisce “tutoring” quella pratica che mira ad accrescere le competenze cognitive e psico-sociali degli alunni mediante l’aiuto e la collaborazione attiva con figure di riferimento che non rientrano nell’ambito degli insegnanti veri e propri. La parola “tutoring” può essere tradotto in italiano col termine “tutoraggio” ed è una tecnica educativa che negli ultimi anni ha incontrato un successo sempre maggiore. Essa prevede la presenza di un “tutee” (o tutorato), ovvero di un soggetto a cui viene fornita l’assistenza, di un tutore (che può anche essere suo coetaneo) e, soprattutto all’interno del sistema educativo vero e proprio, di un adulto di riferimento, chiamato in genere “coordinatore” che ha il compito di sorvegliare sul buon andamento della pratica e di risolvere eventuali problematiche si dovessero presentare.
In genere il tutoring messo in atto tra soggetti non coetanei, in cui la figura del tutor può quindi essere svolta da un ragazzo più grande, un fratello o una sorella, si effettua in coppia ed ha il grande vantaggio di stimolare l’allievo in modo differente rispetto al classico insegnamento frontale, ma altrettanto profondo e produttivo. Esiste, però, anche la possibilità di organizzare una seduta di tutoraggio nella quale le figure coinvolte presentano la medesima età anagrafica: in questo caso si parla di “peer tutoring“, ovvero di tutoraggio fra pari.
Il tutoring nella scuola primaria
All’interno della scuola primaria si è sperimentata con successo la figura del tutor che, essendo diversa da quella dell’insegnante, riesce a instaurare con l’allievo un rapporto differente e proficuo. Il tutor può, ad esempio, essere un professionista esperto nel campo educativo ma estraneo all’organico di ruolo che offre supporto o orientamento nell’orario extra scolastico. Si tratta di un servizio particolarmente apprezzato dalle famiglie e dai ragazzi, in quanto si riesce ad intervenire efficacemente per recuperare competenze in diverse aree disciplinari.
A differenza di ciò che avviene durante le ore di lezione in classe, il tutor della scuola primaria non assegna compiti extra, bensì individua eventuali concetti da approfondire o argomenti in cui l’allievo si sente poco sicuro, per aiutarlo a comprendere meglio argomenti precedentemente affrontati con l’insegnante. E’ anche possibile che il tutor, in accordo con il docente, segua l’allievo basandosi su un piano formativo stilato dal docente stesso. Il tutoraggio si pone quindi come un valido metodo per supportare l’apprendimento scolastico, anche per quanto riguarda i ragazzi con esigenze specifiche o portatori di handicap.
Come si svolge il peer tutoring
Il peer tutoring è una modalità di apprendimento che utilizza il confronto fra alunni di pari età con l’obbiettivo di migliorarne le competenze cognitive ed emotive. La relazione, sempre supervisionata da un adulto (come, ad esempio, l’insegnante) si instaura fra due alunni ed è risultata particolarmente efficace per fornire supporto e sicurezza ai ragazzi che presentano problemi di apprendimento. Il rapporto che si viene a creare tra tutor e tutee va al di là del mero insegnamento e in genere riesce a diventare una vera e propria amicizia, con risvolti molto positivi per entrambe le parti.
Oltre a una relazione fra due ragazzi, il peer tutoring può avvenire anche con un intero gruppo scolastico. In questo caso, ad esempio, un ragazzo viene scelto per interagire in qualità di tutor nei confronti di una classe, facendosi quindi carico delle relative responsabilità. L’apprendimento viene doppiamente stimolato perché il tutor, prima di insegnare al suo gruppo di coetanei, dovrà apprendere personalmente le nozioni richieste dall’insegnante di riferimento. Quest’ultimo avrà comunque il compito di supervisionare l’andamento dell’attività e di predisporre tutto il materiale necessario.