Vuoi aprire una Casa Vacanza? Se sei proprietario di un bene immobiliare ubicato in una località turistica puoi sfruttare a tuo vantaggio l’opportunità di ottenere interessanti rendimenti dall’investimento immobiliare. Come fare? Aprire una Casa vacanza consente ad ogni soggetto titolare di un immobile di garantirsi una vera e propria rendita ed un’entrata monetaria. A seconda della zona turistica (montagna e/o mare), un appartamento o una casa indipendente possono essere trasformati in veri e propri business imprenditoriali. Segui la guida su come aprire una Casa Vacanza: quali sono le regole e quale documentazione devi presentare per avviare la tua nuova attività economica.
Aprire una Casa Vacanza: Partita Iva e Codice Ateco
La crisi economica ha costretto molti italiani ad inventarsi nuove alternative redditizie per riuscire a fare fronte alle spese e per generare entrate economiche mensili. I proprietari di una seconda casa localizzata in un centro storico o in una località turistica, possono cogliere “la palla al balzo” e pensare di aprire una Casa Vacanza, senza dover sopportare investimenti troppo consistenti. In fin dei conti, non possiamo negare che i B&B, gli agriturismi, gli ostelli ed ogni altra struttura ricettivo-alberghiera siano una vera e vera “miniera” per gli operatori turistici. Per avviare una Casa Vacanza è necessario tenere conto delle normative vigenti, in modo tale da evitare di cadere in errore. Trattandosi di un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti, c’è necessità di aprire la Partita Iva mediante la compilazione dell’apposito form da inviare in modalità telematica all’Agenzia delle Entrate (modello AA9/12). Presentare la ComUnica con indicazione del Codice ATECO 682001 “locazione di beni immobili“) ed optare per l’esercizio dell’attività in forma di ditta individuale oppure in forma societaria (società di persone e/o di capitali).
Registro delle Imprese e SCIA
Trattandosi di un’attività di business è obbligatoria l’iscrizione nel Registro delle Imprese istituito presso la Camera di Commercio del Comune ove risiede l’imprenditore che svolge l’attività. Occorre procedere con il pagamento di diritti di segreteria e di bollo, oltre al versamento del diritto annuale. Prima di iniziare ad esercitare l’attività economica, è obbligatorio presentare la SCIA o segnalazione certificata di inizio attività in Comune (SUAP). La trasmissione del modello deve avvenire con modalità telematiche e l’obiettivo è quello segnalare all’Ente comunali tutti i dati relativi al bene immobiliare destinato all’uso di casa vacanza. È obbligatorio il certificato di agibilità che deve essere allegato.
Aprire una Casa Vacanza: APE, Polizza e INPS
Come previsto dalla normativa comunitaria, l’imprenditore deve farsi rilasciare il Certificato di prestazione energetica dell’edificio (APE) da parte di un tecnico abilitato. Geometri, architetti e ingegneri (tecnici abilitati) fanno sopralluoghi per misurare gli indici di efficienza energetica e trasmetterli alla Regione, come previsto dalla normativa vigente. Occorre sottoscrivere una polizza assicurativa conto terzi al fine di tutelare il proprio bene immobile da eventuali danni cagionati da terzi soggetti (inquilini) durante la permanenza nella Casa Vacanza. Tutti gli imprenditori che aprono la Partita Iva ed esercitano un’attività turistico-ricettiva, sono tenuti all’iscrizione presso la Gestione commercianti dell’Inps. Ciò comporta il versamento di contributi fissi annuali che consentono al soggetto economico di maturare la pensione di vecchiaia. Si tratta di adempimenti assai dispendiosi ed onerosi da valutare ad hoc prima di intraprendere questo business economico.