Partita iva per artigiani: quale regime scegliere nel 2018?

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Per la legge 443\85 è imprenditore artigiano colui che esercita personalmente e professionalmente, in qualità di titolare, in un impresa artigiana, assumendosi la totale responsabilità, legate agli oneri fiscali ed ai rischi legati alla sua gestione, e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro nel processo produttivo.L’artigiano è la figura fondamentale che non deve limitarsi alla mera gestione dell’impresa, esso infatti deve essere parte integrante del processo produttivo. In merito all’attività che deve svolgere un’impresa artigiana, l’art. 3 della legge 443\1985, dispone che questa deve svolgere un’attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi.

Se vi siete riconosciuti in questa categoria,o siete interessati a farne parte, allora forse anche voi a seguito dell’emanazione della nuova legge di bilancio del 2018, siete nel dubbio e non sapete, quale sia il regime contabile più consono alla gestione della vostra attività.

Per regime contabile di un’impresa, si intende l’insieme di documenti, regole e azioni formali che bisogna seguire per operare regolarmente in conformità con il fisco, e con il Codice Civile. Esso serve inoltre per il calcolo esatto dei risultati dell’esercizio, è infatti utilizzato durante la redazione del bilancio contabile e della dichiarazione dei redditi. Esistono diverse tipologie di regimi contabili, anche molto differenti tra loro,sia per i documenti da redigere, sia per le norme che bisogna rispettare.È sempre necessario applicare alla propria impresa un regime contabile. La scelta quindi è d’obbligo, non dimentichiamo però che questa scelta non deve essere presa alla leggera. La scelta di un regime contabile non serve solamente a adempire i nostri doveri nei confronti dello Stato. Una scelta oculata può infatti portare all’adozione di un regime contabile, che sia in grado di evidenziare le caratteristiche dell’impresa.Inoltre esso può essere utilizzato da un imprenditore per conoscere tutti gli aspetti della sua azienda, i suoi punti di forza ed i suoi punti deboli, e per verificare, in ogni momento, l’andamento dei risultati delle varie gestioni.

Per quanto riguarda le imprese artigiane i regimi contabili prevalentemente utilizzati sono:

  1. regime contabile semplificato, che a seguito delle modifiche effettuate su questo dalla legge di bilancio rappresenta la novità di quest’ anno. Fino a quest’anno le imprese applicavano un principio che prevedeva che i costi e i ricavi, pesavano sul periodo temporale durante il quale erano stati generati, a prescindere dall’effettiva data di addebito o di incasso. Con la normativa ora vigente però si punta a sostituire il principio precedentemente descritto, con quello di cassa. In questo modo, è possibile far pesare sul proprio reddito, solo gli importi effettivamente percepiti, come accadeva già da tempo con i professionisti. Ciò darà l’opportunità a chi già possiede un regime contabile semplificato una possibilità di ripresa economica. Generalmente questo tipo di regime, viene applicato alle imprese che hanno ricavi non superiori ai 400.000 euro.
  2. regime contabile forfettario (agevolato), se avete aperto una nuova attività direi che è il regime che fa per voi, questo infatti vi permette di esonerarvi quasi completamente dai compiti contabili: non si devono registrare i fatti di gestione e non si deve tenere nessun libro o registro (tranne quelli dei dipendenti, se esistenti). Inoltre, si possono omettere le liquidazioni ed i versamenti periodici dell’IVA. Questo inoltre, rende possibile una tassazione sostitutiva dell’IRPEF con aliquota agevolata, oltre che una compilazione della dichiarazione dei redditi più facile e meno costosa.
  3. regime contabile ordinario, destinato invece a tutte quelle imprese artigiane che hanno ricavi superiori i 400.000 euro. Rispetto agli altri regimi contabili è molto più complesso e richiede conoscenze di carattere economico.

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