In Rete, i negozi virtuali sono molto diffusi, molto spesso chi decide di iniziare quest’attività redditizia non ha sufficiente informazioni su quali sono gli obblighi fiscali. La domanda che molto spesso viene fatta è se un negozio online sia uguale ad uno fisico e se quindi è necessario richiedere delle autorizzazioni ed effettuare delle denunce. Al di là degli adempimenti tributari, quando è necessario effettuare l’apertura della partita IVA e quando invece è possibile evitare di affrontare questo costo.
In generale bisogna fare una distinzione, molto importante, le attività sia fisiche che online possono essere distinte in occasionali o continuative. Nel primo caso chi compie l’attività di vendita non lo fa come attività principale, ma come attività sporadica nel corso dell’anno solare. Per rientrare in questo tipo di attività la legge ha previsto un limite di fatturato, se le vendite dovessero superare questa soglia, allora si passa nel campo delle vendite continuative e conseguentemente in regimi fiscali diversi.
Spesso vengono venduti oggetti personali nuovi o usati in siti web istituiti principalmente per dare a tutti la possibilità di vendere. Si tratta di grandi marketplace, dove si incontra la domanda e l’offerta, i più grandi sono Ebay e Amazon, in questi siti web è permesso a privati e a imprenditori di vendere beni e servizi. Non sono richiesti particolari adempimenti fiscali, come l’apertura della partita Iva o la registrazione dell’attività alla Camera di Commercio.
Quelle continuative sono le attività di vendita di imprese che possono essere individuali e collettive. I titolari decidono di iniziare un progetto imprenditoriale, iscrivendosi alla Camera di Commercio e al regime contributivo INPS separato per i commercianti.
L’apertura della partita Iva è un passo necessario, è il sistema che permette ai titolari di versare l’imposta sul valore aggiunto dei beni commercializzati, è una tassa di consumo. Ogni bene è gravato in percentuali diversi da un’aliquota IVA. Viene pagata dal consumatore finale, mentre al venditore del bene o del servizio spetta il compito di versare allo Stato la differenza tra l’Iva a credito e quella a debito. Molto spesso chi vende online deve fare un’attenta analisi della sua attività, deve capire preventivamente se affrontare i costi di apertura e mantenimento della contabilità IVA. In genere il legislatore ha indicato dei punti entro i quali si può parlare di attività occasionale. Il primo e più importante da rispettare è la soglia dei cinquanta mila euro. Cifra considerata accettabile da chi non vuole impelagarsi in lungaggini burocratiche, anche se non esclude la necessità di inserire nella dichiarazione dell’UNICO il reddito maturato e tassabile ai fini IRPEF.
Se si ha intenzione di vendere stabilmente online, ma non si ha ben in mente l’evoluzione dell’attività che si sta avviando, si potrebbe aderire al regime fiscale forfettario, che offre un aiuto concreto a chi apre per la prima volta una partita IVA e corrisponde in una riduzione sia del carico fiscale a debito nei confronti dello Stato, sia dei contributi da versare nella gestione separata dei contributi INPS per i commercianti. Per aderire al regime forfettario è necessario avere determinate caratteristiche. Il primo e più importante è non superare, nello svolgimento dell’attività di vendita online, il limite di fatturato annuo di cinquanta mila euro. Se in corso di attività si supera questa cifra, si perde il diritto e si rientra nel regime ordinario, con maggiore tassazione secondo gli scaglioni IRPEF. Inoltre il titolare non deve aver ricevuto redditi per importi superiori ai trenta mila euro, derivanti da qualsiasi altro tipo di rapporto di lavoro. Infine non è possibile avere un costo dipendenti superiore ai cinque mila euro.
Se da un’attenta analisi prospettica dell’attività commerciale online si evince che il fatturato sarà da subito maggiore del limite posto dalla legge e/o che l’attività di vendita non sarà l’unica fonte di reddito, tanto da richiedere l’assunzione di diversi dipendenti, allora il regime IVA da adottare è quello ordinario.